martedì 24 maggio 2011

Recensione: "Break-Ossa rotte" di Hannah Moskowitz

Titolo: Break-Ossa rotte
Autore: Hannah Moskowitz
Editore: Giunti
Collana: Y
Pagine: 288
Prezzo: 14.50€
Jonah ha una famiglia a dir poco difficile. Ha due genitori quasi assenti, che non ricordano più perché stanno insieme e a malapena riescono a tenere le fila di un matrimonio che sta rovinando la loro vita e quella dei figli. E ha due fratelli: Will, di pochi mesi, che piange incessantemente, e Jesse, di 16 anni. Il rapporto tra Jonah e Jesse va ben al di là dell'amore fraterno. Sì, perché Jonah è l'angelo custode di Jesse, colui che ogni giorno lo salva da morte sicura per soffocamento. Jesse soffre infatti di gravi allergie alimentari, soprattutto al latte e, dato che Will è ancora un poppante, Jesse non è mai al sicuro, nemmeno in casa. I suoi attacchi sono violenti, terribili, devastanti, tanto da spedirlo in ospedale. Jonah non può permettersi di perderlo mai di vista: controlla tutto ciò che mangia, tocca, respira. Si assicura anche che quella sbadata di sua madre non allatti Will e poi tocchi il fratello. Ogni volta che il cellulare squilla, il cuore di Jonah parte al galoppo per la paura che Jesse sia in fin di vita. Jonah vuole essere più forte, ha bisogno di essere più forte, per sorreggere una famiglia sull'orlo del baratro, per sostenere un fratello che rischia di morire ogni giorno, per non cedere al raptus omicida nei confronti di un bebè che riduce a brandelli i nervi di tutti. Rompersi le ossa e guarire è l'unico modo che Jonah conosce per rinforzarsi. Perché chiunque sa che un osso fratturato ha il potere di curarsi da solo e di ricrescere più forte, rinvigorito.


Recensione
Solo a pensare a questo libro mi vengono i brividi. E non certo di freddo.
Break-Ossa rotte non è, in assoluto, il mio genere di romanzo preferito e mai lo sarà. Partendo da questa mia semplice considerazione è ovvio che il mio giudizio è stato in gran parte influenzato prima dalla mia reticenza a leggere questo tipo di argomenti e infine, purtroppo, confermato a fine lettura.
Perchè, allora, leggere questo romanzo se già ero partita prevenuta, vi starete chiedendo?Potrei star qui a raccontarvi che ogni tanto fa bene cambiare genere, che è cosa buona e giusta affrontare libri totalmente diversi da quelli letti di solito e via dicendo. Ma non ve lo dico, sarebbe un poco ovvio e, in questo caso, molto ipocrita. La verità è ben altra: il romanzo mi è stato inviato dalla Giunti Y perchè faccio parte del gruppo degli Y Ambassador e in quanto tale sono tenuta a leggere i loro libri e a parlarne il più possibile. E mi spiace davvero dover dire che per la prima volta sono costretta a dare un giudizio negativo a un libro della loro collana in quanto Break-Ossa rotte non mi è piaciuto. Per nulla. Già con Luna e Wintergilrs avevo riscontrato delle difficoltà: temi forti e importanti come la transessualità e l'anoressia sono difficili sia da trattare che da leggere ma avevo trovato in entrambi motivi più che validi per ritenerli, ugualmente, dei buoni romanzi. Con Break questo non è successo. Non ho capito il senso del romanzo, il perchè sia stato scritto e quale messaggio l'autrice era intenzionata a trasmettere perchè qualunque esso fosse a me è proprio sfuggito.
Dopo questa lunga ma doverosa premessa concentriamoci sul libro e sulla sua trama. La faccio breve, anzi brevissima: il protagonista di questa storia, Jonah, è uno stramaledettissimo idiota. Vive in un famiglia di casi umani al limite del paradossale: genitori in perenne litigio, il fratello Jesse è allergico praticamente a tutto quello che mangia (e tocca) e ha una crisi un giorno sì e l'altro pure, il fratellino più piccolo, di pochi mesi, non smette mai di piangere e per mai intendo proprio mai. In questo stato di cose è logico che una persona sana di mente possa dare di matto, ma da qui a fare quello che fa Jonah ce ne corre. Sì perchè lui, come hobby, non gioca a calcio, non colleziona nemmeno francobolli e non cattura  farfalle, no lui prende un martello o salta sullo skateboard e si rompe le ossa. Sì, avete capito bene. Senza un logica se non quella, che il nostro eroe si continua a ripetere per autoconvincersi, che rompendosi le ossa queste guariscano più forti. Certo, come no.
Io che sono così attaccata alla vita, ritrovarmi a leggere di un tizio, per di più giovanissimo, che pratica l'autolesionismo è, letteralmente, un pugno in un occhio. L'autrice non è riuscita neanche a rendermi un poco simpatici nè il protagonista nè tutti coloro che interagiscono con lui a partire dal fratello Jesse con cui si viene a creare un sorta di legame ossessivo-morboso che non sono riuscita a capire fino in fondo. Non parliamo poi della amiche di Jonah, in particolare Noemi, folle come lui se non peggio, aiutante del suddetto protagonista nella sua missione di autolesionismo e anche filmatrice ufficiale della sue imprese.
Sulla scrittura non ho niente da dire. La Moskowitz scrive anche bene con uno stile immediato e di sicuro impatto e non scade mai in descrizioni troppo particolareggiate o in dettagli inutilmente crudi. Il problema qui è più che altro la storia raccontata. Un tema come l'autolesionismo adolescenziale è eccessivo e sicuramente un esempio poco educativo per i più giovani, considerato anche che qui parliamo di un libro indirizzato a un pubblico di young adult.
Sarà che io, nei libri, cerco un momento di evasione dalla vita reale e dai problemi di tutti i giorni ma non sono proprio riuscita a farmi piacere un romanzo la cui unica definizione è: angosciante. Non vi dico la rabbia che provato nel leggerlo. Avrei voluto prendere Jonah, dargli dei begli scossoni e fargli capire che la vita è preziosa e non va calpestata in questo modo. Porca miseria!
In definitiva quindi, tenderei a sconsigliarvi questo romanzo, soprattutto se siete facilmente impressionati o amate storie più leggere. A chi invece non ha problemi ad affrontare temi forti allora Break-Ossa rotte potrebbe piacervi.

Giudizio: ★ 1/2

13 commenti:

  1. sono daccordo con la tua recensione. non l'ho letto ma dalla trama avevo già capito che non era proprio il mio genere. la vita è troppo bella. penso che mi verrebbe solo il nervoso a leggere questo libro!ti ringrazio però della sincerità con cui scrivi le recensioni!
    a presto ^__^
    Saya

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  2. non leggerei mai un libro con una tematica simile...però leggendo la tua recensione forse ti sei risposta da sola alla domanda che ti sei posta inizialmente su quale fosse il messaggio che voleva dare l'autrice...tu stessa dici che hai provato rabbia e voglia di dire al protagonista che la vita è preziosa e non va sprecata....e forse l'intento di questo libro è proprio questo, il suscitare una forte reazione nel lettore attraverso uno scossone...magari sono complessa io, anzi sicuramente, però la trovo fattibile come cosa!

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Dopo la tua recensione così appassionata, non si può far altro che leggerlo!

    M.DARKO

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  5. Ciao Keira! Io ho questo libro a casa ma ogni volta che finisco un libro non so mai se iniziare a leggere questo oppure no. Solitamente non ho problemi con temi forti o immagine sanguinolente, ma su questo libro ho proprio il punto interrogativo. Lo leggerò, perchè conoscendomi so che lo farò, ma non sono molto convinta già in partenza del libro; chissà.

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  6. Ahaha, M. Darko mi fa morir dal ridere con i suoi commenti :DDD

    Sì i è vero, vie proprio voglia di leggerlo. Ehm.

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  7. Un tema così forte merita di sicuro spazio nei libri...ma rivolto ad un pubblico giovane e in chiave di romanzo rende la cosa inquietante pure a me...grazie x la recensione! Ps: leggere è la mia evasione per eccellenza, si lotta già abbastanza ogni giorno, non lo leggerò!

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  8. Avevo escluso già in partenza la lettura di questo libro, non è proprio il mio genere. Leggo anch'io per evedere dalla raltà e sognare un po'. Quando si parla di tematiche forti o problemi sociali mi bastano e avanzano telegiornali e tv-dossier.

    Emy

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  9. Bhè, sarò la solita pecora nera, ma... A ME è PIACIUTO MOLTO!
    Un tema come questo non si trova facilmente in un libro, ma purtroppo è facile riscontrarlo nelle persone di tutti i giorni, persone che ci passano accanto. Ovviamente rompersi le ossa non è cosa da tutti, nè da tutti i giorni, ma qui si parla alla fine di autolesionismo, una malattia ben diffusa oggi, specialmente fra i giovani. L'autrice ha voluto esagerare, se così vogliamo dire, ha portato all'estremo una situazione molto comune.
    Io spezzo una lancia in favore di Break :) è vero, è angosciante, ma fa pensare e riflettere molto! Non si possono leggere sempre e solo romanzetti leggeri :D

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  10. Scusa Anonimo, premesso che non voglio assolutamente fare polemica, anche perché il libro non l'ho letto e quindi non potrei giudicarlo, non è che se un libro del genere non piace, o non invoglia la lettura, significa automaticamente che si leggono sempre e solo romanzi (che brutta parola "romanzetti") leggeri. Magari semplicemente non ispira, o non piace. Vi sono molti modi per esprimere il disagio esistenziale, giovanile o meno. I migliaia di libri che ne parlano, nei modi più diversi. In alcuni ci si rompe le ossa, in altri no;) eheh.
    Un saluto, e scusa se mi sono permessa, come ripeto, non ho alcune verve polemique ma solo voglia di disquisire in una serata noiosa;)
    Bluefly

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  11. Oh quanti commenti, bene...mi fa davvero piacere aver creato un pò di dibattito! :)

    Diciamo che il mio giudizio è dipeso in gran parte dal fatto che non è proprio il mio genere. Sarà giusto, come dice l'anonimo sopra Bluefly, cambiare genere ogni tanto ma ecco...tematiche come queste non fanno proprio per me. Ad esempio evito come la peste libri che parlano di malattie e affini, trovo che la tv e la vita di tutti i giorni ne siano abbastanza sature da non aver bisogno di ritrovarmele anche nei libri (che leggo principalmente per distrarmi, ho già i libri universitari per deprimermi).
    Ma che poi: esistono davvero adolescenti che si rompono davvero le ossa?! OMG. Ammetto la mia ignoranza dicendo che fino a quando non ho letto questo libro non ne sapevo davvero nulla...

    Sulla questione "romanzetti" la penso esattamente come Bluefly. Che poi: chi dice che uno non possa leggere solo e soltanto romanzi leggeri?C'è chi, come me, nella lettura vuole trovare un rifugio dove svagarsi e a volte staccare la spina. Break-Ossa Rotte non fa parte di questa categoria e su questo non ci piove :)

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  12. Anche io ho letto questo libro (anche io sono un'Ambassador :D) e convengo con te nel dire che questo libro è abbastanza forte, l'ho defnito spesso come un pugno nello stomaco, proprio per le sue provocazioni.
    Diciamo che la Giunti ci ha abituato abbastanza ai libri provocatori (come hai citato tu Luna, Wintergirls, anche The Giver, se vogliamo inseirlo nel contesto) ma questo è stato abbastanza duro da mandar giù. :D

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  13. Scusatemi, ero io l'anonimo lì sopra, mi sono scordata di firmarmi :P
    Comunque, non volevo offendere nessuno col il termine "romanzetti", assolutamente! Era per distinguere i libri leggeri da quelli più impegnati :) sono d'accordo, anche io leggo principalmente per evadere e per svagarmi, ma talvolta lo faccio anche per acculturarmi e per apprendere cose nuove.
    Non dico di leggere chissà quanti grandi classici eh, anche perchè ho 17 anni quindi finora non ne ho letti moltissimi! Leggo tantissimi fantasy, proprio come voi, e alcuni di essi (come il dardo e la rosa) li ho trovati decisamente impegnati!
    Un libro non dev'essere necessariamente un classico o un romanzo che tratta temi forti per essere impegnato... a mio parere!
    Tutto questo giro di parole solo per esprimere la mia opinione, che spero si sia riuscita a cogliere nel casino che ho scritto :D
    Mi scuso di nuovo se ho offeso qualcuno, non volevo fare della polemica.

    Camy

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