Autore: Laurie Halse Anderson
Editore: Giunti
Collana: Y
Pagine: 240
Prezzo: 14.50€
Data di uscita: 05/10/2011
Correre e studiare, questa la terapia per Kate Malone che non vuole affrontare il dolore per la perdita della madre, morta quando lei era ancora una bambina. Ma adesso ha diciassette anni, un fratello più piccolo, un padre reverendo e tanta voglia di scappare da lì. Kate è all'ultimo anno del liceo (lo stesso frequentato da Melinda Sordino, la protagonista di Speak) e ce la sta mettendo tutta per farsi ammettere all'università, essere una brava ragazza e tenere fede ai propri impegni.
Recensione
Kate non fa altro che correre, studiare, preparare da mangiare, stirate montagne di vestiti, essere la ragazza perfetta. Ma, come spesso succede, l'apparenza inganna. A volte oltre la maschera di perfezione si nasconde un mondo fatto di insicurezze, cinismo e di quel pizzico di malvagità che ci rende così dannatamente umani. Kate è così. Davanti agli altri si mostra come la Kate Buona, bravissima figlia e sorella che si occupa della casa da quando la madre è morta diversi anni prima. Ma nessuno sa che dentro di lei c'è anche una Kate Cattiva, maniaca del controllo, egocentrica ma allo stesso tempo così insicura, che non sempre pensa esattamente quello che ci si aspetterebbe dalla posata figlia del reverendo del paese. Da questo punto di vista il romanzo parte davvero bene riuscendo a descrivere alla perfezione l'ambivalenza che contraddistingue il personaggio di Kate, un dualismo alla bianco e nero nel quale chiunque non faticherà a immedesimarmi.
Quando, però entrano in scena gli inevitabili imprevisti della vita ecco che il libro prende una piega strana, per non dire incomprensibile. La storia si avventura nei complicati meandri delle difficoltà famigliari, degli abusi e della povertà e la narrazione, semplicemente, si perde e si evolve in una trama debole e poco coinvolgente. Il personaggio di Teri, compagna di scuola, vicina di casa e nemesi di Kate, prende il sopravvento nella seconda parte del libro e diventa la variabile impazzita in grado di cambiare radicalmente il modo di pensare di Kate, la quale comincerà a guardare la vita da una prospettiva nuova, senza pregiudizi, inutili aspettative e soffocanti manie di controllo. Immagino fosse questo il messaggio che l'autrice intendeva comunicare al lettore, eppure non sono riuscita a capire fino in fondo il modo di agire e di pensare di Kate, fino a quel momento una delle protagoniste più interessanti che mi sia mai capitato di incontrare. Dall'altra ho odiato con tutta me stessa la complessata Teri, ragazza difficile, prepotente, segnata dalla vita ma non per questo giustificabile nel suo modo di comportarsi.
La Anderson, esattamente come con Wintergilrs, usa un linguaggio duro e feroce, non indora le pillola, ma più di tutto ha l'irritante abitudine di narrare storie che di certo non si possono definire convenzionali: non si evolvono come si vorrebbe o come ci si aspetterebbe ma, bensì, rimangono in bilico tra il detto, non detto, quello che si spera succeda e l'inevitabile delusione che sorge quando si chiude il romanzo e ci si rende conto che di esserne rimasti decisamente insoddisfatti. Non credo di essere ancora riuscita ad apprezzare del tutto la Anderson e forse, per farlo, dovrei leggere il suo libro più famoso, Speak. Rimane comunque il fatto che chi ha amato i suoi libri precedenti apprezzerà anche queste Emozioni difettose, opera di un'autrice che, senza dubbio, sa analizzare e descrivere come pochi il complicato mondo adolescenziale.
Recensione: ★★ 1/2