Un capitolo...Proibito (4)

Con qualche giorno di ritardo (per problemi tecnici) arriva finalmente la piccola sopresa che vi avevo annunciato nel post dedicato a "Proibito". Un sorpresina che interesserà le tante persone che stanno aspettando con trepidazione l'uscita del libro ma anche l'opportunità, per coloro che ancora non sanno se prenderlo o meno, di decidersi una volta per tutte.
Per voi in anteprima, per gentile concessione della Mondadori, un capitolo del romanzo di Tabitha Suzuma! Non è il primo ma il sesto. Tranquilli non vi è nulla di spoileroso, abbiamo solo deciso di farvi leggere questo capitolo, piuttosto che il primo o il prologo, semplicemente perchè rende alla perfezione lo stile dell'autrice e i caratteri dei due protagonisti, Lochan e Maya.

Prima che proseguiate nella lettura vi devo dire che il capitolo è stato diviso in 4 parti e il frammento che trovate dopo il continua è l'ultimo! Per iniziare cliccate QUI.
Buona lettura!


— Kit? Sì, proprio! Gira persino voce che abbia già la ragazza.
Francie giura di averlo visto in un’aula vuota a sbaciucchiare
una tipa di un anno più grande di lui.
— Speriamo solo che non la metta incinta — commenta Lochan, secco.
Rabbrividisco, cercando di scacciare via questo pensiero
dalla mente. Non voglio neanche immaginare Kit insieme
a una ragazza. Ha solo tredici anni!
Sospiro. — Non ho neanche mai baciato nessuno, a differenza
della maggior parte delle ragazze di classe mia — confesso
a voce bassa, passando le dita tra i lunghi fili d’erba.
Si volta verso di me. — E che male c’è? — replica con dolcezza
— Hai solo sedici anni.
Giocherello con gli steli e faccio il broncio. — Sedici anni
e neanche un bacio… E tu… hai mai…? — Mi blocco di colpo,
capendo all’improvviso l’assurdità della domanda. Cerco
di pensare a un modo per rigirarla, ma è troppo tardi,
Lochan sta già graffiando la terra con le unghie, le guance
tutte rosse.
— Sì, figurati! — Sbuffa in modo canzonatorio, evitando
il mio sguardo, concentrato sul buco che sta scavando nel
terreno. — Come… come se potesse mai succedermi! — Con
una piccola risata, mi guarda come per implorare di unirmi
a lui nel ridere, e colgo la sofferenza nei suoi occhi attraverso
l’imbarazzo.
D’istinto mi avvicino, trattenendomi dal prendergli la
mano e stringergliela, mentre mi maledico per quell’attimo
di distrazione. — Loch, non sarà sempre così — lo rassicuro
con dolcezza. — Prima o poi…
— Sì, prima o poi. — Sorride con finta leggerezza e si
stringe nelle spalle come per chiudere il discorso. — Lo so.
Un lungo silenzio si espande tra noi. Lo guardo nella
luce calante del pomeriggio, ormai prossima alla fine. —
Ci pensi mai?
Esita, il sangue ancora accesso nelle guance, e per un attimo
penso che non voglia rispondere. Continua a giocherellare
con la terra, evitando ancora il mio sguardo. — Certo.
— È così sottovoce che per un attimo mi sembra di averlo sognato.
Lo guardo fissa. — Chi?
— Non c’è mai stata nessuna in particolare… — Si rifiuta
ancora di alzare lo sguardo, ma anche se è sempre più a disagio,
non cerca di sottrarsi alla conversazione. — Penso
solo che da qualche parte deve pur esserci… — Scuote la
testa, improvvisamente consapevole di aver parlato troppo.
— Ehi, anch’io! — esclamo. — Da qualche parte nella mia
testa c’è quest’idea del ragazzo perfetto. Ma non credo esista
davvero.
— A volte… — inizia Lochan, poi si blocca.
Aspetto che finisca la frase. — A volte…? — lo incoraggio
delicatamente.
— Vorrei che fosse tutto diverso. — Fa un grande sospiro.
— Vorrei che non fosse tutto così maledettamente complicato.
— Lo so — mormoro. — Anch’io.