Questo post però non vuole essere un panegirico sulle mie "mancanze" quanto invece la volontà di fare la gioia di molte Janeites, ovvero le fan sfegatate (come me) della grandissima e immensa Jane Austen
Si astengano a proseguire la lettura coloro che non amano particolarmente la scrittrice perchè i due libri che vi mostrerò sono due vere chicche che credo potranno interessare solo le vere Austen addicted!
Proprio oggi, per la prima volta in Italia, è uscito in edizione Editori Riuniti "Sir Charles Grandison", commedia teatrale che trae spunto dal famoso "The History of Charles Grandison" dello scrittore inglese Samuel Richardson. In verità vi sono molti dubbi su chi effettivamente abbia scritto questa commedia, da molti attribuita non a Jane ma ad Anna Austen, la sua giovane nipotina che pare abbia dettato alla zia le sue fantasie di bambina. Sarà vero? Sulla questione si dibattono i due curatori del libro, Beatrice Battaglia e Arnaldo Colasanti.
Pagine: 244 - Prezzo: 9.90€
Sinossi
La commedia Sir Charles Grandison, "scoperta" e pubblicata per la prima volta in Inghilterra nel 1980, viene offerta al pubblico italiano in un volume curioso e controverso. Curioso, perché per la prima volta il nostro lettore conoscerà una Jane Austen comica, dal piglio farsesco e polemico. Controverso, perché ad aprirlo e a chiuderlo vi sono due scritti – l'Introduzione di Beatrice Battaglia e la Postfazione di Arnaldo Colasanti – che propongono interpretazioni diverse, se non addirittura opposte, suscitate dalla lettura di questa prosa contratta e ironica, parodica e allusiva, carica di arguzia e di risonanze che evocano la letteratura dell'epoca e in particolare il monumentale romanzo The History of Sir Charles Grandison di Samuel Richardson. Ma perché questa commedia così breve fa tanto discutere? È la ricchezza inesauribile del suo linguaggio a mettere a nudo le ambiguità di una delle scrittrici più brillanti della letteratura inglese e ad aprire infinite domande. Jane Austen: drammaturga o romanziera? Remissiva o sovversiva? Una rassegnata proper lady vittoriana, dalla vita oscura e isolata, o una scrittrice ribelle, selvatica e irridente, incarnazione del più puro talento parodico? Battaglia ci avverte: «Il fatto di non aver tenuto conto del genio parodico e della profondità del linguaggio ironico della grande scrittrice spiega fraintendimenti illustri come quello di Henry James e più recentemente di Edward Said». Per Colasanti, invece, Sir Charles Grandison non è altro che «un misterioso affare di famiglia», un canovaccio dettato alla Austen dalla sua nipotina di sette anni: insomma, un «abbozzo», che però, come gli abbozzi pittorici di Turner, «produce anche un singolare linguaggio a macchia, in cui la trasparenza e la rapidità del tocco restano insieme la grammatica di una lingua vibrante e luminosa, capace di una libertà interiore stupefacente». Starà al lettore decidere – o non decidere – se Sir Charles Grandison porti alla luce una Jane sovrana del wit e del nonsense, del burlesque e del comico, oppure una Jane leziosa, vittoriana, conservatrice e rispettosa della morale. Ad ogni modo, si addensano in queste pagine quei temi che costituiranno il basso continuo dei suoi romanzi più famosi: la critica sferzante al matrimonio, l'attaccamento degli esseri umani al denaro, la messa in scena delle convenzioni sociali e delle gerarchie che le sostengono, la fatua e farraginosa religiosità delle famiglie benestanti.
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Pagine: 80 - Prezzo: 14.00€ - Illustrazioni di Andrea Joseph
Sinossi
In tanti ci hanno provato, ma nessuno ci è mai riuscito appieno. Solo Jane Austen può fare il verso a Jane Austen. Ed è appunto quel che sembra accadere in questo romanzo in miniatura che, è proprio il caso di dirlo, si beve tutto d’un fiato. In effetti, dietro le nuvole di cipria sollevate da signorine ammodo in cerca di marito, nel villaggio di Pammydiddle (come a dire Imbrogliopoli) è tutto un indecoroso sbevazzare, un indugiare tra carte, dadi e balli in maschera. È come se Jane Austen facesse sfilare i suoi tipici personaggi in una galleria di specchi deformanti. L’esito è impietoso per le sue creature ma esilarante per noi lettori, che in quegli specchi vediamo amplificarsi i loro difetti, i tic e le piccole manie, non a caso sottolineate con tanto di maiuscole assai sornione. In testa a tutti c’è Alice, l’eroina, la donzella di belle speranze all’apparenza ingenua, se non fosse per quelle guance rubizze, che tradiscono un’alquanto sconveniente debolezza per il vinello in cui annega i suoi spasimi d’amore. A ricambiare le sue confidenze e la sua inclinazione al battibecco è sempre pronta Lady Williams, vedova ancora giovane, che con contegno assai serioso sfoggia una rutilante propensione a sciorinare frasi squinternate e senza senso. Quanto al nobile e avvenente giovin signore, bersaglio di plurime mire amorose e patrimoniali, come non intravedere nel suo smisurato bagaglio di orgoglio e pregiudizi un Mister Darcy sopra le righe? Pagine irresistibili, scritte da una giovanissima Austen nel 1790, ben prima dei capolavori che la renderanno famosa, e di cui invece sembra curiosamente fare la parodia. Le presentiamo qui per la prima volta in un’edizione illustrata, un «a solo» che sottrae questo gioiello allo scrigno dei cosiddetti Juvenilia e lo offre ai lettori in tutta la sua brillantezza, esaltata dal tono canzonatorio delle illustrazioni di Andrea Joseph, un’artista con una maestria del dettaglio e una padronanza dello humour che fanno da perfetto contrappunto allo spirito malizioso e dissacrante della Austen.
Beh, veramente IO me n'ero accorta che non avevi più fatto quei post su Jane...!!!
RispondiEliminaXD
Comunque, sapevo dell'uscita di Jack & Alice, ma non di Sir Charles Grandison e non vedo l'ora di averlo!!! E per quanto riguarda i dubbi su chi realmente lo abbia scritto... personalmente qualsiasi persona abbia conosciuto/sia stata legata a Jane m'interessa... quindi sarei disposta persino a leggere i conti della spesa degli Austen scritti da qualche bottegaio!!! Figurarsi se non questo qui!!!
XD
Beh allora sarebbe anche ora di tradurre il romanzo Sir Charles Grandison di Richardson. Han tradotto Pamela, han tradotto Clarissa... e traduciamo pure Grandison, e che capperi!
RispondiElimina;)
Bluefly
...e da brava Janeits, eccomi qua a prendere appunti! :D
RispondiEliminaCiao! :)
RispondiEliminaTi ho invitato ad un MEME (se non lo hai già fatto!), è un pò in ritardo, ma...ecco qua:
http://lacollezionistadidettagli.blogspot.com/2011/01/meme-2010-in-ritardo.html
Baciotti!
Oh grazie per le info, adoro Jane !! :-)))
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