venerdì 7 gennaio 2011

Recensione: "La figlia di Jane Eyre" di Elizabeth Newark

Questa recensione è di NEVIA

Trama Jane Eyre, povera e orfana, dopo alcuni anni come governante Thornfield Hall, aveva sposato il padrone della tenuta, Edward Rochester. La loro unione era cominciata nel peggiore dei modi: la moglie di Rochester,creduta morta e invece impazzita e prigioniera della vecchia magione da anni, aveva tentato di uccidere entrambi, prima di morire in un incendio provocato da lei Oggi Jane Rochester sono sposati da diverso tempo ed è da qui che parte il romanzo di Elizabeth Newark, vero e proprio seguito di “Jane Eyre”. Janet, la figlia adolescente di Jane e Rochester, sta per fare il suo ingresso in società, ma, vista la partenza dei genitori per la Giamaica, viene temporaneamente affidata alle cure del severo colonnello Dent. Presto viene coinvolta in una serie di misteri legati alla tenuta del colonnello, Highcrest, e a due personaggi maschili antagonisti, il timido e cinico Roderick Landlesse l'affascinante e intraprendente Sir Hugo Calendar. Saprà Janet trovare la sua strada?


Recensione

Non so mai come pormi davanti a un sequel. Quelli che fino ad ora ho letto, di altre storie ambientate in epoche passate, non hanno retto il confronto con i capolavori che le hanno ispirate, così come non hanno mantenuto toni, originalità e spessore ma soprattutto la freschezza degli stessi.
Tutto questo però non è avvenuto con “questo” sequel, La figlia di Jane Eyre, un libro che mi ha affascinato e consiglio vivamente perché mantiene intatti non solo i personaggi, gli umori, le ambientazioni e la caratterizzazione ambientale e stilistica della Bronte ma anche la passione per una storia che anche nella sua brevità riesce a conquistare e a rimanere giovane nel tempo.
Se in Jane Eyre la protagonista era una donna minuta, fragile e delicata esteriormente, a cui non si sarebbe dato un penny per la sua sopravvivenza in condizioni ostili di natura comportamentale, come quelle affrontate in un periodo inclemente come quello dell’Inghilterra Vittoriana, ma che nell’arco della sua storia riesce ad affermare se stessa e a mantenere saldo il proprio credo, qui è sua figlia a farla da padrone. Jane Eyre Junior, detta Janet, che con lo stesso stile della madre racconta la sua evoluzione in prima persona e la sua passionalità nel vivere senza però uscire dagli schemi.
Janet richiama in appello alla memoria la figura dei genitori prima di porre se stessa e la sua vita sulla scena della carta, figure essenziali non solo per ricalarsi nell’atmosfera Brontiana ma anche per capire di chi lei sia figlia, di due opposti che si sono inequivocabilmente attratti e di cui lei non sia il solo frutto tanto atteso del loro amore ma solo uno dei tanti, essendo solo la secondogenita.
La storia di Janet richiama molto, per chi ha letto il precedente libro, la storia di Jane in alcuni avvincenti motivi. C’è a chi può non piacere il fatto che la scrittrice abbia mantenuto una forma o un gioco delle parti già utilizzati dalla Bronte e per questo considerarla una sua fragilità. Ma che io invece ho apprezzato proprio questo perché non solo con la prima persona, con l’ambientazione un pò ombrosa o gotica o con il carattere nuovo ma evocativo della madre, nasce una Janet che è si figlia di due opposti ma anche di una nuova generazione temporale! La scrittrice osa nuovi pensieri arditi che nessuna figura vittoriana avrebbe mai osato esprimere attraverso la vita di una giovane fanciulla ingenua della propria età come Janet. Tra nuovi personaggi adatti al loro ruolo ma forti della propria unicità come sir. Hugo e sua sorella o Rory, e  vecchi personaggi che possono inizialmente apparire trasfigurati in una pelle che non è la loro come Jane o Edward genitori, in emozioni troppo strane da poter credere reali, in sole poche pagine si evolve la vita di Janet come è avvenuto con sua madre.
Con una riconciliazione delle parti e un finale da vera romantica Janet si evolve e trova la sua strada, la sua personalità.
Unica nota negativa è forse, a mio avviso, il personaggio di Jane Eyre madre, forse un pò difficile da gestire ma che almeno riesce a salvarsi in modo fragile solo nelle ultime battute, con una riconquista personale di quella libertà che fino alla fine le è sempre un pò mancata anche nel coronamento idilliaco del proprio amore.
Altrettanto mi ha fatto storcere il naso la scomparsa finale degli antagonisti troppo nella nebbia, non c’è da sperare in un seguito del seguito ma nemmeno la velocità dell’idillio sa farsi accettare!
Janet è figlia di sua madre, ma è pur sempre un’altra Jane.

Giudizio: ★★★★

5 commenti:

  1. Questo libro sembra proprio carino!
    Jane Eyre è uno dei miei libri preferiti e questo qui mi incuriosisce molto!
    Bella recensione, anche molto dettagliata! Grazie!

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  2. Grazie per la recensione. Avevo notato l'uscita di questo romanzo, ma non sapevo decidermi sull'acquistarlo o meno. Credo lo farò.
    Ludo.

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  3. Bella recensione Nevia! non comprerò mai questo libro, ma tu qui non centri. So di essere blasfema, ma ho sempre detestato il libro della quale è il sequel.

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  4. tranqui, è normale che se non ti è piaciuto il primo non ti possa minimamente interessare il secondo XDD

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  5. Grazie Nevia di questa recensione, scritta molto bene!
    Il libro a me non è piaciuto molto, ma l'ho trovato cmq migliore di molti tristi sequel di Jane Austen, almeno dal punto di vista stilistico.
    Bluefly

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