Recensione:
Autrice dell'acclamato "L'ultima estate", libro vincitore del Campiello nel 2009, Cesarina Vighy si è spenta a Roma il 1° Maggio, subito dopo l'uscita in tutte le librerie del suo secondo libro, "Scendo. Buon preseguimento". Definirlo libro è probabilmente sbagliato, ci troviamo, infatti, di fronte ad una raccolta eccezionale di email scritte dalla Vighy tra il 2007 e il marzo 2010, periodo in cui la vediamo alle prese con la pubblicazione de "L'ultima estate"e con il conseguente riconoscimento della grande scrittrice che è, capace di arrivare dritti al cuore grazie alla sua esperienza vissuta in prima persona contro una delle malattie più terribili: la SLA.
Leggendo questa raccolta si ha come l'impressione di entrare in punta di piedi in una casa non tua, dove ti è concesso guardare gli affetti più cari della padrona di casa, i suoi pensieri, le sue idee ma anche le sue paure e le sue debolezze, nonostante queste vengano nascoste il più delle volte grazie all'uso di una spiccata ironia che emerge qua e là in tutte il corpus di email.
Malata sì ma solo e unicamente nel fisico.Cesarina Vighy emerge dai suoi scritti con un'incredibile forza d'animo che la porta spesso a farsi beffe della sua stessa malattia, un modo forse per sdrammatizzare e per non compiangersi troppo. E' provocatoria nei confronti del mondo, della politica, delle persone e della malattia stessa, ma è anche una fonte inesauribile di citazioni più o meno colte che denotano la sua cultura e la sua curiosità del mondo.
Un "libro" che, è bene sottolinearlo, va letto anche come simbolo e inno all'amore tra una madre e una figlia. Simpatici e affettuosi gli appellativi con il quale Cesarina chiama la figlia: cara Alice, Alicina, Aliciotta, Trappolina... sono a lei che la maggior parte delle email vengono inviate e in esse si denota il grande amore filiale esistente tra le due donne nonchè i piccoli grandi problemi che affliggono i tipici rapporti madre-figlia.
Colpisce il fatto che queste email siano state per gli ultimi anni della Vighy l'unica finestra di comunicazione con il mondo esterno, e che fino all'ultimo le email risultino ancora prodotte da una mente lucida non perdendo assolutamente la vivacità di contenuto dei primi scritti nè la forza della Vighy combattente che più volte traspere in precedenza.
Un libro, un testamento spirituale, sull'amore, sull'amicizia e sulla capacità di prendere con il verso giusto qualsiasi avversità come quella terribile di una malattia, senza lasciarsene sopraffare ma bensì dimostrando con spiaccata ironia e intelligenza il modo migliore per affrontarla, un modo applicabile altresì alla vita stessa.
Per avere maggiori informazioni: scheda del libro nel sito della Fazi editore
Brava, bella recensione! Le persone malate di Sla (e di tutte le malattie genetiche) sono persone eroiche in qualche modo, ma di un eroismo normale, un eroismo umile, un eroismo fatto di piccole cose, di valori cui si tengono aggrappate perché loro sanno ciò che conta davvero. Bisogna inchinarsi a queste persone e fare nostro il loro messaggio di speranza, ottimismo nonostante tutto e ironia. Questo libro della Vighy è una grande testimonianza.
RispondiEliminaCercherò di leggerlo appena potrò.
giustissimo Silvia!
RispondiEliminasì, quello colpisce davvero è proprio il coraggio e la forza con cui queste persone riescono ad affrontare la vita,diversamente rispetto a noi che spesso non sappiamo rialzarci nemmeno dai più piccoli problemi che ci si parano davanti.Dovremmo davvero imparare da loro...