mercoledì 13 luglio 2011

Recensione: "Un cuore nelle tenebre" di Roberta Ciuffi

Titolo: Un cuore nelle tenebre
Autore: Roberta Ciuffi
Editore: Leggereditore
Pagine: 316
Prezzo: 10.00€ (5€ fino al 31 agosto)
Data di uscita: 30/06/2011
Altro: primo libro di una serie(?)
San Raffaele, un paese quasi nascosto tra le montagne del Friuli, è preso di mira dalle aggressioni di strani lupi, che sembrano scegliere le loro vittime solo tra i giovani del luogo. Lars Coulter, archeologo di fama, viene chiamato da un suo vecchio professore in pensione a indagare sulle aggressioni. Perché Lars non è solo quel che sembra. Così come non lo è San Raffaele, e neppure gran parte dei suoi abitanti. Tutti loro condividono un’antica maledizione, che ha origine dal mitico re di Arcadia, Lykaon, e per la quale sono condannati a vivere la doppia natura di umani e lupi. I Coulter sono i diretti discendenti di quel Re, e hanno il compito di vigilare che la parte animale non prenda il sopravvento sulla loro gente. Ma a San Raffaele c’è almeno un lykaon fuori controllo, e Lars deve scoprire chi è. E ucciderlo. E deve scoprire cosa terrorizza Elena, la giovane arrivata da poco in paese, e da cosa fugge. O da chi. Perché forse questi due misteri sono legati tra loro e risolverli lo porterà a scoprire la causa della tragedia che ha sconvolto la sua vita.
Recensione 
Con un importante, quanto pericolosamente attraente, etichetta come quella di "primo paranormal romance ambientato in Italia", Un cuore nelle tenebre si è rivelato essere, in realtà, non all'altezza delle grandi aspettative che l'enorme battage pubblicitario su internet aveva,e non poco, contribuito a creare.
Convinta di iniziare un libro, finalmente tutto italiano, che affrontasse un genere poco e malamente affrontato qui da noi quale è il paranormal romance, il romanzo della Ciuffi ne risulta essere solo una pallida imitazione giocata su fili ben poco convincenti e uno stile narrativo che lascia davvero molto a desiderare. Superficiale o totale mancanza di editing da parte della casa editrice?Difficile dirlo, potrebbe benissimo essere un mio problema dovuto al fatto che non sono riuscita a entrare in sintonia con lo stile dell'autrice. Spesso mi sono persa, chiedendomi a chi appartenesse una frase, un discorso, un pensiero, creando, così, non poca confusione. Ma questo alla fine della fiera è sicuramente l'aspetto minore e, forse, anche il meno importante se invece si vanno a considerare tutti gli evidenti difetti presenti nel resto del testo.
L'inizio, in verità, mi aveva ben disposta, grazie a un avvio di storia davvero intrigante. Certo, trattandosi di un romanzo ambientato nel passato bisogna dire che però qui la componente storica non è assolutamente approfondita: ci troviamo nel 1885  a San Raffaele, un piccolo paese del Friuli, ma a ben guardare potremmo anche essere nell'Inghilterra del 1600 e nessuno si accorgerebbe della differenza vista l'assenza di una dimensione temporale e spaziale legata alla realtà. Una quisquilia, certamente, che non costituisce un vero difetto, quindi vado oltre. Abbiamo una protagonista, Elena, che fugge da qualcosa che ha commesso e che non sa spiegarsi. Abbiamo la sorella di lei, algida e ossessionata dalla figlioletta appena nata che tiene segregata in casa dopo la recente morte violenta del primo figlio, trovato senza vita nel giardino di casa. Abbiamo suo marito, il cognato di Elena, un belloccio senza carattere che tradisce, forse anche giustamente, la moglie. Abbiamo un solido protagonista maschile, Lars, affascinante professore di archeologia che in realtà nasconde una doppia natura. Abbiamo tutta una serie di personaggi che popolano il piccolo paesino, la maggior parte dei quali non sono quello che vorrebbero far credere e nascondono un segreto che si perde nella notte dei tempi e delle leggende. E infine abbiamo il lycaon, un lupo che si aggira nel paese e che da qualche tempo uccide, in modo efferato, bambini e giovani donne. Fin qui la storia sembrerebbe davvero appassionante e nonostante i difetti di forma lo è anche. Peccato però che da metà in poi la coerenza narrativa cola a picco in una poco convincente vicenda che non riesce a catturare del tutto l'attenzione. Il mistero c'è e anche in dosi massicce, tanto che fino alle ultime pagine, non si viene facilmente a capo di una soluzione Ma, a conti fatti, questa non appassiona, non coinvolge e forse viene anche spiegata male.
A parte Lars, che costituisce l'unico personaggio davvero ben caratterizzato, tutte gli altri, poi, sono macchiette poco approfondite, in particolare Elena. La ragazza non mi è stata particolarmente simpatica fin dall'inizio ma man mano che si prosegue nella lettura la giovane perde inspiegabilmente di senso, diventando una marionetta senza burattinaio, in balia degli eventi e di scelte poco coerenti. Si trasforma, quindi, in un personaggio piatto e a tratti irritante.
Non voglio dire che Un cuore nelle tenebre sia un brutto libro ma una mezza delusione, questo sì. Per questo, è sicuramente indirizzato agli amanti del genere che però potrebbero rimanere non del tutto soddisfatti. Consiglio, quindi, di leggere questo libro senza nutrire grandi pretese e senza aspettarsi un paranomal italiano in grado di competere o anche solo avvicinarsi con le sempre più diffuse importazioni straniere.
Un'occasione mancata.

Giudizio: ★★ 1/2

4 commenti:

  1. Oibò, io lo sto leggendo e mi prende moltissimo^.^ mi piacciono lo stile, i personaggi e l'atmosfera.
    Cmq sono a metà.
    Ciauzzzz
    Bluefly

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  2. Concordo, sottoscrivo, e timbo pure: un sei tirato anche per me, ecco queste son quelle esperienze letterarie ke davanti a una firma italiana mi fanno arricciare.il naso! Ps: per me anke l'anello di ferro si è fermato alla sufficienza...mah, sono cmq gusti...

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  3. Ohibò davvero Bluefly! Strano pensarla in maniera così totalmente diversa! Forse sarà che proprio da metà (direi da una certa,assurda, scena nella radura) in poi il libro si perde e travolge anche il buono presente nella prima parte. B, fammi poi sapere a lettura ultimata!

    Summer,ecco tra questo e l'anello di ferro ho di gran lunga preferito il secondo! Anzi, tra i due non c'è proprio storia, il libro della Albanese è scritto bene e ha una storia coerente che si fa leggere dall'inizio alla fine (poi, come dici tu, gusti sono gusti!).Anche se, è bene dirlo,nessuno dei due libri mi ha fatto proprio impazzire.
    Un peccato però per le autrici italiane... :(

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  4. Io ho letto solo le prime pagine disponibili in rete e qualche estratto e dalle premesse non sembra male, mi dispiace che alla fine non sia all'altezza delle aspettative. Comunque sia non escludo di leggerlo.
    Intanto ho preso "L'anello di ferro" della Albanese...speriamo bene :)

    Emy

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